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domenica 31 agosto 2008

Che la scuola abbia toccato il fondo?

E finalmente, direi! Visto che se la palla sbatte sul fondo, poi dovrà pure rimbalzare.
Il nostro papà ha portato a casa la rivista Panorama, c'è un intervento di Bruno Vespa dal titolo: "Pietà, riformate la scuola". Oltre ai commenti di Vespa, riporta dei dati agghiaccianti:
Nei 57 paesi principali, i nostri ragazzi di 15 anni sono al trentatreesimo posto nella lettura, al trentaseiesimo nella cultura scientifica, al trentottesimo nella matematica...
Nel Sud e nelle Isole i punteggi sono tragici: oltre 100 punti sotto i primi nel mondo, tra i 50 e i 70 punti sotto la media Ocse, tra i 70 e i 90 punti sotto il Nord-Est.

Il ritorno al passato che si ravvisa nei primi coraggiosi interventi del ministro Gelmini non è originale né va nella direzione che io, invece, auspicherei: principalmente la personalizzazione della didattica, un rapporto adulto-bambino non oltre 1:7, meglio entro 1:5.
Per farla breve, queste classi da calcio balilla, coi bambini tutti vestiti uguali, tutti in fila in ordine di altezza, magari che marciano in giardino... io il vecchio sistema lo vedo come emanazione di un pensiero paternalista, gerarchico, militaresco che mi sta proprio stretto, la traduzione nel reale del rapporto di valori che troviamo nel "Libro cuore", che sarebbero nell'ordine: il padre di famiglia, il maestro, lo stato, (il re) e Dio. Tuttavia, rispetto al caos di adesso, riconosco e riconoscerei anche ora al vecchio sistema una efficacia marginale (e anche qualcosa di più) se fosse rimasto coerente con se stesso. Un tale impianto gerarchico è efficace se retto da una autorità indiscutibile e il maestro, la scuola tutta preside compreso, non lo sono più.
Da un 40% di ripetenti alle elementari nel 1968, siamo passati allo 0,3% nel 2001. Ma cosa deve fare un bambino per essere bocciato? Buttare un compagno dalla finestra? No, meglio, buttare l'insegnante dalla finestra?

1 commento:

una mamma ha detto...

Nel post dicevo che sebbene l’impostazione militaresca del sistema scolastico non corrisponda alla mia sensibilità e credo non sia ottimale per sviluppare le capacità di ciascuno, gli riconosco e gli riconoscerei tuttora una efficacia marginale e forse qualcosa di più se fosse rimasto coerente con se stesso.
Proprio il giorno dopo, ho letto questo editoriale di F. Alberoni che guarda caso dà una spiegazione di questa militaresca efficacia:

"Nelle olimpiadi sette medaglie d'oro su otto sono state vinte da militari, cioè da persone abituate alla disciplina e all'autocontrollo.
Dalla scuola e dalla università non è venuto nulla, e questo è un sintomo della povertà del nostro sistema educativo.
Ora da trent'anni il nostro sistema educativo — dalla famiglia alla scuola — ha avuto una sola preoccupazione: evitare ai bambini e ai giovani ogni trauma, ogni fatica, ogni frustrazione. Insegnando loro che sono bravi, adorabili qualsiasi sciocchezza facciano e che non dovranno mai pagare per i loro errori. Non gli è stato mai detto che la nostra intelligenza si sviluppa solo affrontando problemi, che il nostro carattere si plasma solo accettando le sfide, che per capire il valore delle cose dobbiamo meritarcele. Mentre quanto ci viene regalato senza merito ci indebolisce e tutto ciò che ci viene perdonato senza punizione ci corrompe".

“Intelligenza e carattere crescono solo se si accettano le sfide” di Francesco Alberoni , Corriere della Sera - 01 settembre 2008

http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/08_settembre_01/alberoni_ab4da2f2-77e3-11dd-8626-00144f02aabc.shtml