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domenica 7 settembre 2008

L'imbarazzo d'essere interrogati

Guai commettere questo errore.
"Superbimba, vuoi dire al nonno cosa c'è scritto in questo cartello?"
Lei sente già attorno a sè la tensione dell'aspettativa, se non mia o del papà, del nonno (o chi per esso) entusiasta che dopo la prima risposta giusta le faceva subito un'altra domanda e poi un'altra.
Avevamo iniziato il metodo Doman (da "Leggere a tre anni", ne parlerò nella sezione "letture"), l'unico che ho trovato per bambini che possono già distinguere i segni della scrittura, ma che sono ancora troppo piccoli per scrivere. Interrogando ripetutamente Superbimba ci siamo giocati il metodo. In tre mesi circa (da 18 a 20 mesi di età) aveva imparato 13 parole, poi non ne ha più voluto sapere.
Ora le letterine può tentare di abbozzarle a mano, le scrive al computer o col normografo perciò si va avanti comunque. Dopo un mese e mezzo che non vedeva i cartelli con le sue 13 parole, una sera li ha visti nella scatola, li ha tirati fuori lei e ne ha detti 9 giusti prima di stufarsi; sebbene non si prosegua più con quel metodo, non penso che imparare quelle 13 parole sia stato tempo sprecato, nel cervellino di Superbimba le informazioni si fonderanno e confluiranno insieme.
Abbiamo imparato una lezione importante però: acqua in bocca, nessuna pubblicità, nessuno sfoggio ai parenti che ci fanno visita, tanta attività manuale e niente domande, verifiche il più possibile indirette.
Esempio: "Per scrivere farina mi manca la F, me la passi per favore?".

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