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giovedì 21 aprile 2011

Niente Pinocchio, per carità!

Lo so che questo post potrà farmi sembrare fortemente disturbata. Non ho mai potuto soffrire alcuni testi sacri della letteratura cui un bambino difficilmente può sfuggire andando alla scuola pubblica: Pinocchio ed il Piccolo Principe. Il Piccolo Principe fui costretta a leggerlo alle medie: per me fu intollerabilmente noioso, metafore banali il cui significato non mi ha mai ispirato un tema d’italiano sebbene il mio solerte (poverino, faceva pure del suo meglio) insegnante d’italiano avesse inserito una traccia su di esse in tutti i compiti dell’anno. I significati che sentivo dibattere tra l’insegnante ed alcuni miei compagni mi parevano talmente ovvi che, davvero, non potevo credere avessero bisogno di essere discussi per venir fuori e fatico a crederlo persino oggi!!! Per me i miei compagni conversavano col prof. per fargli perdere tempo. Io stavo perdendo tempo. Pinocchio poi! Sono sempre stata allergica a Pinocchio, inconsapevolmente è chiaro, benché bambina i miei anticorpi mentali erigevano spontanee ed alte difese alle metafore che non potevo capire ma percepivo i subdoli tentativi di inculcarmi qualcosa... Ora che sono grandicella e leggiucchio un po’ di tutto ho assodato che tutto ciò che è simbolo, se questo simbolo non è riconosciuto come tale, crea un condizionamento. Cosa vedo in Pinocchio? Un maschio, Geppetto, che si crea un figlio (frutto della sua mente e delle sue mani, non c’è amore una mamma naturale) per dare un senso alla sua vita (egoismo, narcisismo). E’ DI LEGNO E DEVE ANDARE A SCUOLA PER DIVENTARE UN BRAVO BAMBINO. Nel gatto e la volpe ci vedo dei tutori: come fanno molto genitori, purtroppo, lo inducono a seppellire le monete d’oro (a ignorare il suo talento). Questo figlio di legno dovrà traghettare fuori dalla Balena (rievocazione della nascita, come altre balene famose, si vedano Giona e Moby Dick) il padre e solo in quel momento diverrà un bambino VERO, solo quando avrà fatto superare al padre il trauma della sua nascita. Ma ci vuole anche una fatina, un elemento femminile (una sorella?) perché si compia questa magia liberatoria per padre e figlio e ciascuno vada ad occupare, felicemente, il suo posto accettato dalla società. AIUTO. Potrei aver tranquillamente sbagliato qualche passaggio, potrei aver travisato anche tutto, ma non sono i dettagli dell’interpretazione che contano. Per me è evidente la complessità insidiosa del libro. Se Il Piccolo Principe è troppo ingenuo, certo Pinocchio non è un libro per bambini.

11 commenti:

Viviana Terzulli ha detto...

Cara mamma, questo tuo post mi lascia perplessa. Innanzitutto la tua interpretazione di Pinocchio... Bettelheim, dall'alto della sua esperienza di psicoanalista, ha scritto un interessantissimo saggio sul significato delle favole, certo non è un libro 'per tutti' perchè è abbastanza tecnico, ma Pinocchio rientrerebbe tranquillamente nelle classiche fiabe 'educative'. Poi una piccola-grande svista: Collodi non parla di balena ma di pesce cane, sicchè la tua simbologia sulla nascita sembra un po' decadere. Poi sulla valenza educativa di Pippi, da psicologa e da mamma, mi trova un po' scettica.

una mamma ha detto...

Nemmeno quella di Giona è una balena, è il leviatano. Che il simbolismo decada perchè non sono animali della stessa specie non è che un puntiglio che da una psicologa non mi aspetterei. Circa l'interpretazione, proPrio perchè si parla di simboli, una interpretazione è buona quanto un'altra e l'unico a svelarci tutti i misteri potrebbe essere lo stesso Collodi.
Lo so che la fiaba è classificata tranquillamente come educativa e non condivido affatto questa tranquillità nel classificarla tale.
Il post mi è stato ispirato proprio da un articolo del corriere che nei cento irrinunciabili libri per bambini lasciava fuori proprio Pinocchio ed il Piccolo principe (includendo invece pippi) + da una conversazione con uno psicoterapeuta (sergio ???) specializzato (col dottorato) nei richiami simbolici presenti nelle pubblicità occulte.

Grazie del suggerimento Betteleim, e tu lo hai letto?

Viviana Terzulli ha detto...

1) nel momento in cui pubblichi un post, non puoi aspettarti che tutti la pensino come te, io ho cercato di spiegarti (e motivarti) il mio punto di vista;
2) Bettelheim sì, l'ho letto/studiato e ci ho trovato molti spunti interessanti, anche se fondamentalmente parte da una prospettiva freudiana dell'inconscio;
3) se parli di simbolismo, non puoi dire che pesce cane = leviatano = balena, è la stessa cosa! Un simbolo è tale perchè 'sta al posto di' qualcos'altro... ma se tutto sta al posto della nascita, la cosa può generare un po' di confusione!4) In una favola il lettore/bambino/adulto si identifica con il protagonista, l'eroe principale che affronta varie avventure (la balena, mangiafuoco, il gatto e la volpe) per poi approdare a se stesso adulto, cresciuto. E in questo Pinocchio rispecchia la (anzi le) difficoltà della vita, con l'attrattiva del 'qui ed ora' del Paese dei balocchi, contrapposto al 'lungo studio' della scuola e al lungo tempo per creare una vera relazione (d'amicizia o d'amore).E si potrebbe continuare a discutere all'infinito di tutti i passaggi della storia.
5) Se una storia non ti piace, non te la devi far piacere per forza ma non devi vederci 'forze oscure e maligne'... buona lettura di Pippi Calzelunghe!

una mamma ha detto...

Sono in piedi con la cena al fuoco... ho letto un po' velocemente.
Al volo, l'unica cosa su cui puntualizzerei, è che la scuola non è assolutamente un luogo di relazioni. Poi vabbè, anche in prigione si parla col vicino... e magari gli si vuol anche un gran bene!

Brava, sono sinceramente sorpresa che questo saggio tu l'abbia anche letto, normalmente a scuola (di qualsiasi grado) si leggono pochissime monografie e si studiano (più o meno a memoria)riassunti stringatissimi di ogni opera.

Torno ai fornelli.

una mamma ha detto...

ma no figurati, anzi la tua citazione per me è "una dritta" e i ringraziamenti sono sinceri, è chiaro che mi sono lanciata nel simbolismo in modo molto spericolato, il senso del post (come ho scritto) è che il libro non è per bambini. Del resto, ne ho una copia originale e completa e non è quella che si legge ai bambini. Ha un italiano meraviglioso, un vero gusto, mentre le riduzioni per bambini da un punto di vista letterario sono poca cosa... poco più di intrattenimento.
Anzi, se di tutto il post l'unico punto proprio indiscutibilmente sbagliato fosse la faccenda della balena mi andrebbe già di lusso!

Ma bettelheim non è in cima alle mie priorità, ho appena scoperto il link al testo integrale "Descolarizzare la società" di Illich e sto per tuffarmici.
Ciao Ciao

una mamma ha detto...

Ciao, come devo prendere questo? Stavo cercando il saggio sulle fiabe (chissà, magari trovo il testo integrale anche di quello) ho trovato questo e non so cosa pensare.

http://autismoincazziamoci.org/2009/05/17/la-terribile-verita-su-bruno-bettelheim/

Viviana Terzulli ha detto...

Partiamo dalla fine, ho dato un'occhiata al link su Bett. che mi hai lasciato. Sono un po' dubbiosa sulla fonte: non ho capito chi gestisca il sito, se sia una persona qualunque o se sia qualcuno dotato di competenza/autorità in materia. Il che mi spinge a non prendere per oro colato ciò che c'è scritto. Poi, la psicologia (a parte alcuni campi scientifico-statistici) non è un campo chiaro e preciso... le relazioni fra persone non sono come la relazione fra le elementi chimici in cui so per certo che NaCl è il simbolo del cloruro di sodio (ovvero normalissimo sale da cucina). In psicologia uno stesso fenomeno viene visto in maniera diversa a seconda del punto di vista che si prende in considerazione e delle variabili che si osservano. Tanto per fare un esempio (un po' semplicistico, ma giusto per capirci), senza barcollare nell'astratto: un genitore che sgrida il figlio piccolo può essere visto da un punto di vista comportamentale (il rimprovero servirà per non far ripetere lo stesso comportamento al figlio), psicodinamico (l'Es del bimbo che deve essere controllato da un Super-Io esterno), sociale (rapporto fra persona dotata di autorità e un 'subalterno'), contestualista (cosa stava facendo il bimbo? la cultura che cosa permette o non permette?). Quindi anche Bett. ha dato il suo punto di vista dell'interpretazione delle favole, che uno può condividere o meno.
Poi, al di là delle faccende personali/professionali (non esattamente documentate), Bett. ha lasciato un'impronta importante per la chiave di lettura psicoanalitica delle fiabe, e il fatto che abbia avuto un'impostazione corretta e condivisibile, non vuol dire che anche tutto il resto che ha fatto lo sia! Il libro di Bett. si trova tranquillamente nelle biblioteche comunali, leggerlo può essere un po' pesante perché presuppone una formazione e delle conoscenze dell'inconscio da un punto di vista psicoanalitico. Infine Illich non rientra tra le mie conoscenze, certo il titolo la dice già lunga sul suo modo di intendere la scuola... buona lettura!!

una mamma ha detto...

ma siii, ma guarda che non mi importa così tanto. Npn credo oro colato tutto, ho solo chiesto che ne pensavi.
Io anche ti ringrazio delle pillole della tua competenza che mi doni, tuttavia resta tutto relativo.
Per me ci possono essere anche tonnellate di letteratura scientifica che dicono che la balena non ha ripartorito Geppetto, una interpretazione non è più autorevole di un altra solo perchè viene da uno psicologo. E la mia è senz'altro originale perchè non mi è stata suggerita da conoscenze pregresse.
Non mi secca che la si pensi diversamente, ma il confronto che per me è alla pari, per te non lo è perchè da psicologa ti poni nell'atteggiamento di saperne sempre una in più.
Caso mai non lo avessi capito io non ho la reverenzialità verso nessun titolo di studio: il mio, il tuo, tutti.
A te piuttosto, mi pare che dia fastidio il mio discorrere con mezzi rudimentali (l'intuizione più che altro) trattandoti da pari (non mi reputi in grado di leggere un saggio che hai letto tu). Infatti, riconoscendoti l'istruzione, non ti riconosco altro: saper fare, essere risolutivi e originali, avere intuizioni.. questo resta da dimostrare per ciascuno,ogni volta.

L'incipit di Illich casca a fagiolo. Vado a postarlo.

PS. Non tutti i pesci sono la nascita, per dire cosa ci vedo in Giona e in Achab ci vorrebbero altri post e non sarebbero in tema col blog, inoltre... ci sto ancora pensando.

una mamma ha detto...

girando girando non è difficile trovare articoli che sminuiscono Bettelheim, in siti più attendibili...

Viviana Terzulli ha detto...

beh, sulle vicende personali/professionali di Bett. non mi esprimo, prendo atto della cosa. Comunque, ribadisco, la sua interpretazione delle favole è un testo valido, una buona visione delle favole!

una mamma ha detto...

ok, buon Pasqua a bacioni al pargoletto!