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domenica 21 settembre 2008

Che ne penso di uno sculaccione

Di principio sono contraria, poi in pratica è successo. Dalla prima volta ad oggi è capitato sempre in concomitanza di almeno due situazioni di cui Superbimba non ha colpa: stanchezza mia, impossibilità di trovare un diversivo.
Quando succede ci resto molto male, penso che la colpa sia mia, sono io che non ho saputo gestire la situazione evidentemente. Il problema è che una cosa è parlare, una cosa è vivere le situazioni dall'interno, nel mio caso "interno" di una casa di due stanze, senza scampo in caso di pioggia o malessere fisico della mamma sola tutto il giorno (non ci sono solo i principi educativi, ci sono il sonno, il bisogno di mangiare e bere seduta, di andare al bagno o di soffiarsi il naso, di farsi una doccia, di rispondere al telefono, ecc..)

Gli sculaccioni non sono uno strumento educativo, non devono essere la normalità, sono eventi eccezionali, scrollate che interrompono una situazione che non si sblocca. Sono il segnale che la sfida che il bambino ingaggia col genitore è arrivata al limite consentito, un limite molto ampio e flessibile, quantificabile in ORE di "tira e molla": quando sono finite le buone (discorsi calmi e amorevoli), le meno buone (uffa, ora faccio le mie faccende, arrangiati e gioca da sola), le cattive (dobbiamo uscire proprio adesso, devo vestirti per forza ADESSO)... dopo ORE arrivano le cattivissime. Lo sculaccione è una possibilità lontana, lontanissima ma insistendo insistendo arriva.

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