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lunedì 19 aprile 2010

Rispondendo ad un'altra mamma

Il dialogo con questa mamma mi ha permesso di riflettere sul mio percorso e voglio postare la mia ultima risposta. L'avventura della scuola familiare era iniziato sotto una certa spinta (sostenere con stimoli adeguati la mia bambina, Superbimba, che appariva precoce), nel cammino si sono aggiunti anche altri aspetti (la vita domestica, la realtà).

Certo, hai ragione, infatti mia figlia a chi glielo chiede dice che ha imparato da sola! Il fatto, e questo fin da piccolissima, è che l'impegno intellettuale la calma e la soddisfa: sta meglio lei, sto meglio io! Da metà gennaio ho quasi interrotto la somministrazione di stimoli da parte mia (non ho tempo di preparare niente)e ho constatato come lei abbia fatto dei significativi passi avanti nella logica-matematica semplicemente partecipando a quel che succede in famiglia. A parte le attività strettamente legate al leggere-scrivere che capisco possono suscitare delle perplessità (specie in Italia però, navigando siti stranieri vedo che per molti bambini precoci o gifted i genitori scelgono la scuola familiare e che l'anticipo di alcune tappe li salva dalla noia, appunto), c'è la vita in famiglia di cui parlo meno nel blog... ma forse dovrei parlarne di più, perchè nelle attività domestiche si posso trasmettere naturalmente concetti trasversali a molte materie. Con Superbimba, che non dorme mai, mi sono "ridotta" a fare tutto. Cucinare, lavare i pavimenti, io la lascio strizzare, lucidare superfici, lavare l'insalata, contare i tortellini nel piatto... col trasloco poi abbiamo smontato e montato i mobili: affascinante! In queste attività REALI e concrete (come sottolinei tu)c'è molta "scienza" a ben vedere. Un aspetto della sua autonomia è, esempio, che già da un annetto si versa l'acqua dalla brocca, si spalma la marmellata sul panino, ieri ha preso un pomodoro, l'ha sciacquato, fatto più o meno a fette con un coltello e l'ha mangiato per merenda (contenta lei!): nel contesto in cui vivo questi semplici gesti le mamme non li fanno fare ai bambini di 3 anni. Anche questo è un aspetto dell'homeschooling: avere l'opportunità di partecipare alla vita domestica, imparare cose che SI FANNO e che SERVONO. Non credo che la mia prima figlia sia un autentico genio e non cerco certificati, bambini svegli ce ne sono, anche più svegli, ma ora che ho due figlie ho sotto gli occhi che i bambini non sono tutti uguali. Alla stessa età (16 mesi), la prima era nettamente più precoce nel linguaggio, poi faceva dei puzzles da sei pezzi, veri puzzles, non "metti la testa sul collo e attacca dietro la coda" voglio dire, cose più complesse, è stato da lì che mi sono interessata alla precocità e anche alla scuola familiare che permette una flessibilità imbattibile! Con questo non voglio concludere che il potenziale della prima sia superiore a quello della seconda, magari alla lunga la seconda andrà più lontano, voglio concludere che studiando a casa si potrà modulare l'offerta di stimoli a sostegno di entrambe. Sorellina, ad esempio, è nettamente più portata per la musica verso la quale ha un approccio spontaneo sia al ritmo che alla melodia: la sua mamma se n'è accorta, la sua mamma sta già pensando a come sostenere e far fruttare questa sua inclinazione. Ti auguro di cuore di trovare la tua dimensione, o assestamento perchè è bellissimo stare coi propri bambini e perchè sono anni irripetibili. Buon lavoro mamma
Elena

3 commenti:

d. ha detto...

Ciao,

credo di essere io la mamma a cui rispondi (in un gruppo sulla scuola famigliare). Vorrei prima di tutto chiarire che in nessun modo il mio intervento intendeva essere una critica a quanto fai con le tue figlie. Intendeva essere piuttosto una messa a punto dei miei programmi (che in effetti sono in via di definizione). Al contrario, leggo volentieri il tuo blog e prendo alcuni spunti ma, come dici tu stessa, il primo compito, specie con i più piccoli, è rispondere alle loro esigenze: fisiche, emotive, intellettuali... Quello che vorrei evitare (per quanto mi riguarda) è di non mandare all'asilo la piccola per finire col trasformarmi io stessa in una sorta di maestra camuffata... con programmi, tappe, risultati. In un certo senso, questo mi verrebbe sin troppo bene... Proprio perché per me è la cosa più difficile, vorrei invece stare di fronte a mia figlia e "ascoltare" le sue esigenze... se poi questo significherà imparare l'alfabeto, piuttosto che fare una torta di fango, lo vedremo!
Non credo affatto, invece, nei programmi a tavolino per rendere precoci i bambini: ho come l'impressione che ci sia qualcosa che viene sacrificato in questo programmi, e che alla lunga il vantaggio di essere precoci si perda o addirittura si paghi. Questo - lo ripeto - nei casi in cui la precocità è programmata dagli adulti, non spontanea nel bambino. Ti dicevo che uno dei miei figli ha imparato a leggere da solo a 4 anni, evidentemente per una sua esigenza interiore, questo non ne fa un genio, ma evidentemente lui ha ritenuto di incanalare alcune sue curiosità sulla lettura. Da parte nostra non c'è stata nessuna pressione, solo la risposta ad alcune domande.
Probabilmente avrei potuto ottenere lo stesso risultato anche con gli altri, ma avrei ottenuto in ogni caso una cosa diversa: un conto è un bambino che vuole leggere, un altro un bambino che sa farlo senza interesse. Preferisco, come risultato finale, ottenere un adolescente che ama la lettura o un adulto curioso e informato. Sono certa che su questo siamo in perfetta sintonia!

una mamma ha detto...

Non è che mi sono sentita criticata, più che altro stimolata a riflettere sul percorso che stiamo facendo e ho focalizzato quanto tutto il contorno domestico di cui parlo poco sia invece importante. Comunque avevo giustamente colto che quando dico che a tre anni Superbimba ha iniziato a scrivere sapendo quello che fa + osservando il blog che è solo un resoconto "didattico", gli altri credono che a casa mia si facciano delle forzature. Non è così, peraltro se fosse così si otterrebbe l'effetto contrario: la chiusura di Superbimba.
Esempio1) Mi ricordo che tentai di farle tenere correttamente la penna: non volle più scrivere per tre mesi.
Esempio2) Il nonno, entusiasta all’accorgersi che capiva dei cartelli glieli chiese a ripetizione (non c’ero, purtroppo, ad arginare il suo entusiasmo) e lei cominciò a dare SEMPRE la risposta sbagliata per difendersi e sono passati così molti altri mesi.
Ogni cosa che lei ha sentito come una forzatura ha portato a sofferenza e perdita di tempo.
Non so di programmi per far diventare a tavolino precoce un bimbo: in una casistica normale ci sono bambini che iniziano a tre anni a parlare, potranno mai a tre anni associare fonema a grafema... se nemmeno parlano? E' una evidenza. Superbimba ha imparato quello che le interessava tra molte cose a disposizione, compreso il fango.
Una conoscente mi ha detto che qualsiasi bambino se gli metti davanti l'alfabeto da quando è nato a tre anni impara a leggere e scrivere. Questo non è vero. Non sai nemmeno tu se anche gli altri tuoi figli avrebbero imparato come il primo e, anche secondo me, chi se ne frega?
Mi sono autoimposta, visto che mi sarebbe venuto spontaneo battere sullo scrivere, di non farlo prima di aver proposto altri giochi-attività diversi. La rotazione, il programma che ho costruito sulla base del k12.com l’ho fatto per limitarmi invece di forzare, per andare coi piedi di piombo, per non stare sempre a chiederle “…e qui cosa c’è scritto?”.
A conti fatti da agosto dello scorso anno a questo aprile (9 mesi) ho concluso una rotazione di 30 gruppi di attività (per ora le ho chiamate giornate):... in pratica le ho preparato 10 schede per scrivere in nove mesi (diverse dalla sua scrittura spontanea). Caspita, una al mese che fa in max 20 minuti, non mi sembra proprio sotto stress perchè fa troppo, eventualmente è stufa di non fare niente di nuovo.

Io vedo in modo diverso il dramma dei bambini ancora più dotati di Superbimba (secondo i criteri di questo studio ci sono altri 3-4 gradi di precocità oltre Superbimba, la bambina di www.mumofagiftedgirl.blogspot.com mi sembra più brillante per dire): tendono a fissarsi su un aspetto (tipo musica, matematica) investendo troppe energie in una sola direzione lasciando indietro tutto il resto, comprese le relazioni. Il difficile per i genitori di tali bambini sarà aiutarli a bilanciare... perchè nella vita serve un po' di tutto, perché verrebbe perfino troppo facile assecondare e lodare.


http://www.pagiftededucation.info/documents/RufEstimatesofLevelsofGiftedness.pdf

mari ha detto...

anche mia figlia a tre anni sa leggere, conosce i colori, mi "aiuta" in casa, non è il frutto di didattica a tavolino, ma di risposta a sue esigenze e ad una iperattività che mi sfianca del tutto, a settembre abdrà alla materna comunale, per diversi motivi ed esigenze e il "programma" e di assecondare le sue esigenze il piu possibile quando è a casa...il tuo blog trovo che sia utile.Complimenti