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lunedì 21 luglio 2008

Il signore delle mosche

Mi sono imbattuta in questo romanzo del premio nobel per la letteratura William Golding quando ancora non pensavo alla scuola familiare (scuola paterna, in america dicono homeschooling): non ero nemmeno fidanzata in quel periodo.
Mi colpì moltissimo e volli vedere anche i due film che ne furono tratti.
Ho saputo che il ministero dell'istruzione lo ha inserito nelle letture consigliate ai ragazzi per conoscere e combattere il bullismo.

L'autore
Con piacevole sorpresa ho saputo che W. Golding, prima di dedicarsi interamente alla scrittura,
è stato maestro in un asilo steineriano e poi insegnante elementare: è dalla sua esperienza con i bambini che nasce questo inquietante romanzo.

La trama
Un aereo trasporta in un luogo sicuro una scolaresca di inglesi "per bene", di buona famiglia, mentre è in corso un conflitto mondiale. L'aereo precipita in un'isola deserta e bellissima dove non manca di che vivere (c'è l'acqua, frutta, maiali) e gran parte dei bambini sopravvive indenne all'impatto. I bambini si trovano da soli, senza alcun adulto; hanno un'età che può variare dai 5 ai 12 anni e si capisce che la scuola che frequentavano doveva essere di quelle di impostazione un po' militaresca, con gerarchie e ruoli ben definiti: il capoclasse, il capocoro, il caposquadra...ecc.
Sembra naturale che bambini così civili eleggano un capo tra i ragazzi più grandi, un capo che pensi ad accendere un fuoco visibile da una eventuale nave di passaggio, però...
Dopo un inizio entusiasmante ed avventuroso, rapidamente gli antagonismi tra i ragazzi, lo scontro di diverse personalità, l'invidia dell'intelligenza (guarda caso il meno dotato fisicamente è il più intelligente) portano la piccola comunità al tracollo e in un crescendo di violenza, incapaci di intendere cosa stanno facendo, all'omicidio. Il primo bambino muore per via di un fuoco mal controllato, il secondo sbuca di corsa dal buio e viene ucciso dal gruppo impaurito (si capisce bene che qualcuno colpisce senza vedere, ma qualcun altro ha riconosciuto la figura umana e colpisce lo stesso), il terzo viene ucciso deliberatamente alla luce del giorno davanti a tutti: si tratta proprio del saggio Piggy. Il capo eletto democraticamente, ormai solo, verrà cacciato come un animale da tutti i bambini rimasti al seguito del più forte. Si salverà grazie alla provvidenziale ricomparsa degli adulti giunti sull'isola per salvarli.

Considerazioni
La penso proprio come W. Golding, in un gruppo molto numeroso di bambini può solo emergere il più forte, cioè il più violento. Penso che la cosiddetta socializzazione secondaria di cui dovrebbe essere teatro la scuola, la socializzazione nel gruppo dei pari (un gruppo omogeneo, senza gerarchie), nella scuola non possa avvenire se non per un caso del tutto fortuito. Il gruppo dei pari non esiste. Quando i bambini o le bambine sono in 4 o 5, sono già abbastanza perchè non appena l'adulto volta le spalle uno di loro si imponga come leader... e quando il leader fa la battuta, tutti devono ridere. Certo che "in natura" può costituirsi un costruttivo gruppo di pari tra bambini (vedi il variegato ombrellone di bambini che ho tirato su al mare, 6 bimbi + la mia Superbimba, tutti di età diversa), ma non è detto che siano proprio quei 3 nati lo stesso giorno, quei 4 vicini di banco... tanto meno quei 20 della classe o quei 500 della scuola. La scuola compone le classi unicamente in base all'età anagrafica dei bambini, affidandone una ventina ad un solo adulto.
Credo anche che la sensazione di grande peggioramento della scuola sia sul fronte della disciplina che sul fronte della didattica che ci testimoniano i nostri vecchi non sia affatto retorica. Il peggioramento della didattica è oltremodo evidente (facciamo fare in quinta elementare l'esame che hanno fatto i nostri nonni negli anni '50? Proviamo?), quello della disciplina forse un po' meno: del bullismo sento troppo dire che "c'è sempre stato"... Almeno un tempo gli insegnanti non sparivano alla ricreazione e se c'erano dei problemi disciplinari questo era un disonore per la famiglia che collaborava di più con la scuola. Non sono certo le bacchettate che si devono rimpiangere, ma la costante presenza dell'adulto: se l'adulto sparisce le peggiori dinamiche di gruppo non tardano ad instaurarsi, se l'adulto sparisce il disabile finisce su youtube.

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