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lunedì 18 agosto 2008

Abbiamo solo perso tempo a scuola (1)

Potrei girarci intorno ma voglio subito dirlo ignorando quando sbruffona potrebbe farmi sembrare. Io a scuola, fino alla prima liceo scientifico, ho solo perso tempo, sofferto e perso tempo.
Fino all'età di 15 anni non ho mai avuto bisogno di studiare a casa, non sono mai stata seduta un'ora, i compiti scritti riuscivo a farli durante l'orario scolastico.
Fui davvero sorpresa e mi sentii umiliata la prima volta che sotto interrogazione non riuscii a ricordare tutto il programma richiestomi (in terza media, ed. tecnica). Avrei potuto, almeno per tutte le elementari fare, poco meno del doppio del lavoro così da abituarmi alla fatica della concentrazione. Invece, mi abituai a fare due o tre cose contemporaneamente, tutte discretamente ma nessuna a livello di eccellenza: tanto non interessava a nessuno, anzi...
La prima volta che la maestra mi interrogò, avevo 8 anni, senza aver riletto, ripetei a memoria parola per parola una paginetta di geografia appena letta da lei. Me la fece ripetere altre due volte, mi fece parlare davanti a tutti una quindicina di minuti: percepii che quel tipo di perfezione non piaceva alla maestra, mi sentii in colpa. Gli episodi si sono susseguiti numerosi.
Non ero popolare, facemmo una gara di lettura, sempre a 8 anni, i nostri compagni votavano con l'alzata di mano. Lessi, bene, non meglio di tutti ma sicuramente entro i primi tre: non mi votò nessuno, la maestra registrò il mio zero e non disse niente né in quel momento né dopo.
Al primo tema di Italiano presi 9, prima o seconda media. Nessuno in classe mi rivolgeva la parola, ma una bambina venne addirittura a trovarmi a casa per giocare con me? No... l'aveva mandata sua madre: doveva sapere come avevo fatto a prendere 9 in Italiano.
Cominciai a sminuirmi da sola, io stessa: se per caso ottenevo un bel voto, il migliore, dicevo subito "sono stata fortunata, fatalità avevo proprio letto quell'argomento un momento prima del compito...ecc".
Fino praticamente alla maturità, non ho mai avuto un amico che fosse mio coetaneo.

A scuola il bambino saputello dà fastidio a tutti, compagni ed insegnanti.
Guai ottenere il massimo senza dimostrare fatica e contrito impegno, manca di rispetto all'insegnante acquisire ciò che insegna come se fosse già ovvio, rende invisi ai compagni.
Fare bene, troppo bene e troppo facilmente è pericoloso. Meglio cercare di passare inosservati...

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