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mercoledì 1 ottobre 2008

PREGIUDIZI DIFFUSI

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http://www.psicologiaclinica.eu/public/bambini%20precoci.html

"I bambini intellettivamente dotati devono essere trattati come gli altri, restare in classe con i propri coetanei e fare le cose che fanno i bambini della loro età"
In realtà, il bambino precoce ha un'età mentale di due o tre anni maggiore dell'età cronologica: costringerlo ad adeguarsi al livello dei propri coetanei significa forzarlo ad una condizione innaturale di noia e insofferenza, piuttosto che aiutarlo a svilupparsi serenamente.
"E' bene evitare di rimandare al bambino una immagine di superiorità intellettiva, per evitare che sviluppi una personalità con aspetti narcisistici"
Il bambino precoce generalmente è già consapevole di avere un funzionamento psichico diverso e più efficente dei propri coetanei, sulla base delle informazioni che raccoglie osservando l'ambiente relazionale. Negare, da parte degli adulti, che il bambino è più dotato dei compagni, significa comunicargli che una parte di lui è socialmente inaccettabile e da nascondere.Il bambino precoce dovrebbe essere aiutato ad integrare questa sua specifica caratteristica personale nella propria immagine di sè: una educazione attenta a riconoscere la precocità, assecondando gli interessi del bambino, ma evitando di proiettare su di lui le aspettative genitoriali di successo e/o superiorità, è la via migliore per favorire uno sviluppo equilibrato.
"Non bisogna sovraccaricare il bambino, anche se sembra più intelligente della media"
Il bambino con precocità intellettiva ha la necessità, psichica e biologica, di essere stimolato: se gli adulti non gli forniscono gli stimoli di cui ha bisogno, li cercherà autonomamente.Il problema di sovraccaricare il bambino riguarda l'abitudine di richiedere al bambino che abbia comportamenti da adulto: costanza ed impegno negli interessi (sport, attività, etc), completamento di percorsi iniziati (corsi, attività sportive), realizzazione perfetta e completa di compiti (scolastici e non). I bambini in generale, e in misura maggiore i bambini con precocità intellettiva, hanno invece la necessità di cercare stimoli interessanti, di studiarli e conoscerli, e poi di abbandonarli quando l'interesse si è esaurito, magari per tornarvi mesi dopo. Questo modo di interessarsi all'ambiente riconosce determinanti biologiche nello sviluppo del Sistema Nervoso Centrale (Encefalo e strutture annesse), che in età infantile è estremamente rapido, mutevole e caratterizzato dai c.d. "periodi finestra", momenti specifici e di durata limitata in cui il cervello sviluppa e stabilizza singole funzioni. L'azione educativa deve seguire il naturale processo di sviluppo neuropsicologico:- assecondando gli interessi specifici del bambino, fornendo gli stimoli che richiede e lasciando che li esplori autonomamente, per poi abbandonarli se hanno esaurito la loro funzione;- evitando di forzare il bambino a seguire attività, quando non dimostra più interesse, aspettandosi comportamenti tipici degli adulti maturi;- lasciando che il bambino sperimenti in modo autonomo e creativo, dando aiuto e spiegazioni solo se richiesto, evitando di imporre modelli di svolgimento del compito tipicamente adulti (completezza, perfezione formale, standard qualitativi elevati).
"Un bambino molto intelligente non ha necessità di essere aiutato"
La precocità intellettiva rappresenta un problema per alcuni bambini, perchè li espone a fenomeni di esclusione dal gruppo di coetanei, li rende più sensibili e quindi più esposti alle sofferenze emotive, può comportare problemi scolastici a causa della desincronia rispetto ai programmi e al resto della classe.Come ogni bambino, anche il bambino precoce dipende dagli adulti e deve essere aiutato a crescere secondo le proprie potenzialità, e a superare le sue specifiche difficoltà.
"I bambini iperdotati sono pochi rispetto ai bambini con il problema opposto"
Il fenomeno della iperdotazione cognitiva è sottostimato, perchè in Italia non è diffusa una consapevolezza rispetto alla sua esistenza. Nei paesi in cui è diffusa una cultura della valorizzazione del talento precoce, la numerosità delle scuole e delle classi speciali fornisce una indicazione della sua frequenza. Inoltre, statisticamente un bambino su 100 ha un anticipo di sviluppo di due anni rispetto ai coetanei.

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